SANREMO - TORNA PIPPO BAUDO E.....ERMAL META E FABRIZIO MORO
Se uno guarda Sting all’Ariston, ha qualche dubbio
di essere nel posto giusto. Va bene il popolar-nazionale di Baglioni, da ieri
nell’albo d’oro di Sanremo, ma effettivamente c’è un livello alto e uno basso
d’intendere il Festival. E Baglioni lo ha decisamente alto. Poi deve fare i
conti con una squadra di autori dal buon potenziale, ma di creatività incerta.
E deve aprire le chiuse della commozione quando Pippo Baudo improvvisa una
lettera alla sua creatura più amata. A parte il fatto che deve aver toccato
ogni tipo di amuleto quando Pippone gli ha augurato di battere il suo record,
17 milioni di italiani, il vero colpo è il duetto con l’unica star della
seconda serata: Franca Leosini (video) , la signora che tratta con i serial
killer come noi i parchimetri, in “Storie maledette”.
Non c’è verso. Aveva ragione Baglioni. Si possono lasciare a
casa nani e ballerini, e parlare di “illuminismo”, parole sue, sentito
benissimo, e invitare Pierfrancesco Favino a fare cultura. Peccato che gli
autori, sempre loro, abbiano suggerito un balletto sul tormentone “Despacito”,
dove lui fa piroettare una Hunziker seminuda. Bellissima.
Veniamo a Walt Disney: non poteva immaginare che un giorno
“Biancaneve” sarebbe finita al Festival di Sanremo. Ed è meglio così. Va bene
il basso profilo. Quando si vince, meglio non strafare. Ma il siparietto della
Hunziker, in lungo fuxia di Alberta Ferretti, con il povero Baglioni costretto
a duettare nel “Pozzo dei desideri”, che nata brutta rimane tale, non rende il
sospiro di sollievo della squadra per il record di ascolti.
L’euforia è palpabile. La gara ha perso per 24 ore gli
sbadati Ermal Meta e Fabrizio Moro? Fatti loro. Si riparte con Baglioni pacato
e autoironico. Michelle-Heidi sgomita con il sorriso, Favino non ce la fa
proprio: «Che le devo dire, non sono il tipo che si allarga…» confessa prima di
andare in scena. Sì, ma aspettano tutti lo showman nascosto dietro la barba. E
lui: «Vediamo…». Per dire, è uno dei pochi, attori e cantanti, che sa indossare
uno smoking. Quello di Baglioni invece fa difetto ogni sera. Ma si può?
Passano i primi quattro giovani. Lorenzo Baglioni, Alice
Caioli, Mirkoeilcane, Giulia Casieri. Il primo è una grammatica ambulante, la
seconda è tormentata il giusto, la Casieri è una delle tre dee in gara, big
compresi. Le altre sono Annalisa e Nina Zilli. Poi c’è il cantautore di questa
bella storia su un bambino imbarcato a forza sul barcone. Starebbe volentieri e
tirare calci a un pallone misero e sporco. Non sapremo mai cosa gli succede. La
Hunziker riappare versione Garbo-Mata Hari (foto) però incoccia proprio nella
Zilli. Bionda o bruna? Bruna, accidenti. In più ha il coraggio di dedicare la
sua “Senza appartenere”, «alle femmine». Alla faccia del nuovo puritanesimo.
La vera scommessa, mentre Puccini è affidato alle fragili
mani del Volo, possibile che dopo aver girato il pianeta siano lessi come tanti
baccalà?, è quanto farà questa puntata? Perché domani, con l’arrivo dei
politici in platea e i duettoni dei big, sarà tutto facile. E poi c’è Ignazio
La Russa che vuole «intervenire con il direttore artistico perché venga
riparata l’offesa forse involontaria agli alpini». Meno male che irrompe Baudo.
Va un po’ in loop, «vi voglio bene grazie, grazie vi voglio bene..», ma voce e
sguardo sono quelli del leone. La sua lettera aperta al Festival è divertente -
cacciò Louis Armstrong tanto per dire - e commemorativa - ha scoperto Pausini,
Giorgia, Ramazzotti.
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